Recensione

Fist of the North Star: Lost Paradise | Recensione

Ken il guerriero approda su PlayStation 4

Omae wa mou shindeiru – Non potevamo che aprire in questo modo la nostra recensione dell’ultima fatica del Ryu Ga Gotoku Studio, Fist of the North Star: Lost Paradise, prodotto da SEGA e distribuito in europa da Koch Media. 

Se vi state chiedendo perché un sito dedicato alla saga di Yakuza sta recensendo un titolo con protagonista il nerboruto guerriero di Hokuto, la risposta risiede nel fatto che Fist of the North Star: Lost Paradise è un crossover tra il manga/anime post-apocalittico Fist of the North Star / Hokuto No Ken (Ken il Guerriero da noi in Italia) e la serie action/adventure prodotta da SEGA sulla malavita giapponese, Yakuza. Se quella frase precedente non aveva senso per te, la barriera all’ingresso può essere alta; ma i fan di entrambe le serie troveranno qualcosa da godere.

Spin-off inclusi, più di una dozzina di giochi sono stati rilasciati nella serie Yakuza dal primo episodio uscito nel 2005 su PlayStation 2. Abbiamo visto zombi, abbiamo visto samurai, ma il crossover con Hokuto No Ken è il primo gioco della serie ambientato in un mondo completamente immaginario.

Come nel manga originale di Buronson e Tetsuo Hara, il gioco segue la storia di Kenshiro, il successore di un’arte marziale mortale chiamata Hokuto Shinken. Lo scenario e’ appunto post-apocalittico – a causa di una guerra nucleare durante la fine del ventesimo secolo, il mondo è diventato un deserto senza speranza. I sopravvissuti sono pochi e l’unica legge che conta è che i deboli siano vittime dei forti.

La (non esistente) città dei miracoli

La più grande differenza  tra il manga e il gioco dello Yakuza Studio è l’esistenza di Eden. L’Eden è la città dei miracoli, situata nel mezzo di un deserto, ed è l’unico luogo di speranza rimasto per un popolo spezzato dalla fame e dalla povertà. È qui che si svolge la maggior parte del gioco, e l’aggiunta di una città ha dato agli sviluppatori l’opportunità di creare un mondo vibrante che è quasi (ma non del tutto) entusiasmante come la Kamurocho di Yakuza (a sua volta basato sul vibrante quartiere della vita notturna di Tokyo, Kabukicho).

Con lo scorrere delle ore di gioco, noterete che Eden è facilmente la parte più interessante del gioco. Kenshiro può girare liberamente in città durante il giorno e la notte, e una miscela tra architettura araba e insegne al neon di ispirazione Hong Kong creano un’atmosfera unica. Dal mercato agli stretti vicoli del quartiere illuminato al neon, Eden ha la stessa cura di dettagli che ci si aspetterebbe da un gioco Yakuza, come i cavi elettrici sospesi sopra la strada oppure i pali di acciaio rotti che giacciono a terra ed un’ampia varietà di PNG che passano contribuisce a far sentire vivo l’Eden.

Lo stesso non si può dire per l’ambientazione desertica, esplorabile con un fuoristrada ottenibile dopo alcune ore di gioco e che permette al nostro Kenshiro di scorazzare nel deserto – una sezione di gioco alquanto noiosa, che ci ricorda alcuni dei primi tentativi Open World dei titoli dell’era PlayStation 2. Durante i vostri scorazzamenti verrete a contatto con vecchi cabinet arcade SEGA come OutRun e Space Harrier, inserite come reliquie appartenenti alla civiltà pre-guerra nucleare, e che potrete collezionare e donare alla sala giochi di Eden (dove saranno ovviamente giocabili); potrete inoltre partecipare a gare o visitare alcuni piccoli villaggi. Tuttavia, a causa di una meccanica datata e di una mancanza generale di cose interessanti sulla strada, i viaggi attraverso il deserto risultano sempre un po più noiosi che eccitanti, e le battaglie casuali lungo la strada non rendono le cose più interessanti.

You wa shock!

Fist of the North Star: Lost Paradise cerca di andare in contro sia ai fan del manga originale che ai fan della serie Yakuza, e mentre riesce più o meno a soddisfare entrambi i gruppi, il titolo stenta a trovare la propria collocazione per coloro che non sono fan ne del manga ne della serie videoludica. La storia, incentrata su Kenshiro alla ricerca della fidanzata Yuria nella città di Eden, è stata scritta appositamente per il gioco e presenta personaggi inediti insieme a molti altri tratti dall’opera originale. La nuova avventura di Kenshiro è abbastanza facile da seguire anche se non si ha familiarità con la storia trattata nel manga, ma chi ha letto il manga / visto l’anime, trae sicuramente giovamento e può godersi al meglio l’avventura.

L’obiettivo principale di Kenshiro è quello di trovare Yuria, la sua fidanzata, ma il suo personaggio è scarsamente rappresentato nel corso del gioco. Mentre la disperazione di Kenshiro nel cercarla potrebbe non richiedere alcuna spiegazione per i fan, i nuovi arrivati ​​avranno difficoltà a comprenderne le motivazioni. Il titolo e’ pieno di citazioni e fan service, pensate proprio esclusivamente per i fan di Ken il Guerriero, e che lo rendono un titolo molto appetibile per quest’ultimi, mentre lo rendono leggermente più ostico per i nuovi utenti.

Il sistema di combattimento in Fist of the North Star: Lost Paradise è abbastanza divertente e accessibile, e riprende con attenzione quello già visto in Yakuza Zero, riadattato per l’occasione. I pugni e i calci super-umani ispirati all’arte marziale di Kenshiro sono una gioia per gli occhi e le animazioni sono drasticamente diverse dai combattimenti di strada di Kiryu, protagonista della serie principale. Tuttavia, le combo create con quadrato e triangolo sono praticamente identiche a quelle di Kiryu. Anche il sistema di schivata e blocco, sono praticamente identiche.

In merito agli attacchi speciali (le cosiddette Heat Action in quel di Yakuza), Fist of the North Star: Lost Paradise funziona in modo leggermente diverso. Un aspetto chiave nell’arte di Hokuto Shinken sono infatti i cosiddetti punti di pressione, che Kenshiro utilizza applicare le sue tecniche splatter. Nel gioco, dopo aver indebolito un avversario con attacchi normali, Kenshiro può bersagliare un punto di pressione usando il pulsante cerchio. Pigiando un punto di pressione, Kenshiro danneggia il suo avversario dall’interno. Questo stordirà l’avversario per un po e darà al successore della divina scuola di Hokuto il tempo per eseguire un brutale attacco speciale premendo di nuovo il pulsante cerchio. I QTE (Quick Time Event) si verificano mentre queste sequenze di attacco ci deliziano visivamente, il tutto culminante con l’esplosione dei corpi nemici e la famosa frase di Kenshiro “Omae wa mou Shindeiru” (Sei già morto). Tuttavia, ogni volta che utilizzerete un attacco speciale, il nostro Kenshiro sara’ li a nominarvi la mossa utilizzata… e dopo il decimo Omae wa mou shindeiru, magari ne avete abbastanza ed utilizzerete soltanto mosse base.

Le battaglie con i boss non sono poi così interessanti dal punto di vista tecnico, dato che la maggior parte dei boss incontrati ha semplicemente una barra della salute molto grande e schiva/blocca praticamente qualsiasi attacco fatto da Kenshiro. Detto questo, le sequenze d’azione che si svolgono durante queste boss battle pagano il costo del biglietto, proponendoci scene veramente epiche.

Fortunatamente, Fist of the North Star: Lost Paradise offre anche dell’intrattenimento che va oltre alla sua storia principale e ai combattimenti. Perdersi nei vicoli di Eden è divertente di per sé, ma vedere Kenshiro come un commerciante, un dottore o persino un barista è esilarante, e fa uscire ulteriormente quell’anima molto “Yakuza” del titolo. Queste attività si presentano come semplici mini-giochi, sicuramente non super interessanti di per sé, ma le situazioni esilaranti che si creano valgono il tempo speso. C’è anche un mini-gioco ispirato al baseball che dove il nostro Kenshiro colpisce i teppisti in arrivo con una gigantesca canna d’acciaio. Bizzarro si, ma esattamente quello ci si deve aspettare da uno spin-off di Yakuza.

Per i fan del manga invece, potrebbe sembrare inappropriato che Kenshiro diventi un barista o giochi questa particolare versione del baseball. Non dovrebbe essere Yuria la sua unica preoccupazione? Probabilmente, ma gli sviluppatori in qualche modo riescono a trovare le ragioni per cui queste esilaranti attività abbiano senso nel mondo di gioco. I fan del manga farebbero probabilmente meglio ad affrontare questo titolo con la mentalità che questo sia soltanto uno spin-off. Presentare una storia principale dai toni molto seri, insieme ad attività collaterali veramente eccentriche rende questo titolo un vero gioco della serie Yakuza – ma non ricco e variegato come ci si aspetterebbe da un episodio principale della serie.

Fist of the North Star: Lost Paradise è un titolo che i fan di Yakuza e Fist of the North Star dovrebbero tenere sul loro radar, mentre altri giocatori potrebbero voler considerare prima altri migliori giochi di azione-avventura, magari proprio partendo dalla serie Yakuza.

 

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